Matite che misurano i gradi dell’ambiente, quaderni personalizzati, agende vintage, gadget da tutto il mondo, ma anche corsi di calligrafia, decorazioni e rilegatura.
La cartoleria del terzo millennio si rinnova per mantenere il passo con i tempi e offre nuovi spazi per l’impresa. «Viviamo in un mondo che sembra aver fatto del continuo cambiamento il suo tratto più essenziale. La cartoleria evolve per rispondere alla nuova situazione» ha commentato Gunnar Frank, designer internazionale, esperto di nuove tendenze.
«I consumatori di oggi tendono a preferire i prodotti che emozionano: per chi vuole emergere, è necessario puntare su un negozio con un’atmosfera coinvolgente, a partire già dalla vetrina» aggiunge Frank.
L’hanno presto capito le cartolerie di alcune città italiane che sono piene di pupazzi, cornici, album, fermalibri, articoli per feste, belle arti, casa e arredo del verde. «Per differenziarsi dalle attività vecchio stampo e contrastare la concorrenza della grande distribuzione, parecchi negozi puntano sui servizi e offrono, anche gratis, personalizzazioni di album e quaderni, rilegature, packaging, spedizioni. Chi ha lo spazio, spesso organizza l’atelier per corsi di decorazioni artistiche e lavorazione della carta» spiega Ugo Margini, presidente della Federazione nazionale cartolai (www.federcartolai.it). Così cambia anche la formula. Si diffondono negozi magici, con arredi, luci e colori ad hoc che utilizzano tecniche di untouchable marketing volte a intrappolare il cliente già dalla vetrina. Ma, sulla cresta dell’onda, ci sono anche negozi iperspecializzati come le Boutique Fabriano, discendenti delle storiche cartiere, che vendono prodotti di design per ufficio, scuola e belle arti, realizzati con carta e materiali di gran pregio (www.fabrianoboutique.com), i negozi che trattano penne di marca o quelli che hanno un’infinità di carte da regalo rare e preziose (www.papier-milano.it), per una clientela esigente, di fascia di età e spesa superiore.
Come si muovono i primi passi?
«Per sviluppare un buon volume d’affari, occorre avere un assortimento di qualche migliaio di articoli e c’è bisogno di un locale di almeno 30-40 mq in centro città, meglio se in zona pedonale, all’interno di un centro commerciale o in una località turistica rinomata» sostiene Stefano Di Veroli, responsabile franchising dei negozi a marchio C’art (vedi box). A seconda della posizione può valer la pena fare orario continuato e restare aperti la domenica.
Come scegliere i prodotti?
«A rendere di più sono gli articoli da regalo, i gadget, la pelletteria e i materiali per disegno e scrittura creativa, spiega Margini. Sul comparto scuola il guadagno è intorno al 40-50%, mentre sulla cartotecnica da ufficio i margini sono irrisori perché i prezzi sono condizionati dalla massiccia concorrenza dei negozi specializzati e delle vendite per corrispondenza».
Facciamo due conti
Investimento iniziale inferiore a 40mila euro. Ma sul versante delle spese, pesa parecchio l’affitto che nei centri storici o nei negozi più grandi dei centri commerciali supera di frequente 4mila-5mila euro al mese. Nelle attività più piccole è sufficiente di solito la presenza del titolare, altrimenti se si hanno uno/due dipendenti c’è un costo di 30mila-40mila euro l’anno a persona. In più, luce, telefono, commercialista, burocrazia, assicurazioni. Sul versante dei ricavi, le cifre variano moltissimo in base alla location e alle capacità commerciali. Nelle cartolerie moderne i listini sono in genere medio-alti, dato che si mettono in vendita oggetti firmati, originali ed esclusivi. Il fatturato medio si aggira sui 300mila-400mila euro l’anno, con picchi di incasso sotto Natale, a settembre e per S. Valentino, Festa della mamma ecc. Al Nord, dove le potenzialità di spesa sono maggiori, c’è anche chi incassa più di un milione di euro. Il ricarico medio è circa dell’80-100%. A conti fatti, la resa del business può arrivare al 15-20% lordo di tasse e le attività migliori rientrano dall’investimento già al primo anno.
fonte dell’articolo ?
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…un articolo di Millionaire….
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scritto da uno che non ha la minima idea della cartoleria. passaggi epici :
– rientro dell’investimento in meno di 1 anno ? ahahahahahahahha
– ricavi medi dell’80/100% ? e i libri dove li mettiamo ?
mediamente 300/400mila di fatturato ? si, confezionando la cioccolata con la marmotta.
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chiunque sia, toglietegli il fiasco del sangiovese ….
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Ahaha!!! Buona osservazione !!
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