Ciao ! Oggi volevo condividere e sviluppare un argomento scottante che tocca un po’ Tutti, ( Me ‘ compreso…ovviamente ) ma in particolare di una tipologia di Persona che di questo modus, ne hanno fatto una “filosofia “ di Vita…
Siamo abituati ad avere sempre bisogno di qualcosa e a farne un dramma qualora questa necessità non venisse soddisfatta. Di conseguenza, ci lamentiamo tutto il tempo senza trovare nessuna soluzione.
Anche se la situazione che stiamo vivendo è positiva o se si hanno raggiunto importanti obbiettivi personali, la nostra frase tipica sarà sempre “Sì, ma …”.
Tale atteggiamento fa sì che non si riesca mai a godersi la vita e che ci si affligge se stessi e coloro che ci circondano con la nostra “tossicità.”
Lamentarsi non serve a niente se non ad affondare nell’amarezza.
Quando ci si lamenta è come indossare un paio di lenti distorte che mostrano sempre la parte peggiore del mondo, anche quando ci sono infinite cose buone che accadono.
Lamentarsi è la negazione della responsabilità e colpevolizzare qualcun altro è solo una scusa per evitare tale responsabilità.
Accettare le responsabilità è il modo migliore per crescere come persona e sviluppare come essere umano.
Abbiamo un potere immenso nelle nostre mani.
Ogni qualvolta abbiamo la tentazione di lamentarci, proviamo allora a fermarci e chiedeci se davvero vogliamo continuare a negare di essere i soli responsabili di ciò che accade nella nostra vita.
Di certo, se smettessimo di lamentarci tanto per le cose che non vanno come vorremmo e ci concentrassimo di più sulle cose che ci possiamo godere e che ci rendono felici, non saremmo così amareggiati.
È molto più facile criticare e arrabbiarsi perché le cose non sono andate come si voleva, che cercare soluzioni per cambiare la situazione.
Cercare soluzioni ai problemi implica smettere di fare le vittime e cominciare a lottare per quello che si desidera, richiede uno sforzo che molti non sono disposti a fare.
La nostra attenzione si concentra interamente su ciò che consideriamo negativo, senza essere capaci di vedere il lato positivo di tutto quel che facciamo.
Non accettiamo il fatto che ci siano cose che non si possono cambiare..
Per questo tipo di status l’accettazione non esiste.
Non tolleriamo che le cose non vadano come vogliamo e non facciamo altro che ripetere che è insopportabile, intollerabile e disastroso che il mondo funzioni in questo modo.
Il risultato è un aggravamento dei problemi e un’impossibilità nel trovare una soluzione.
Cosa fare quindi per smettere di lamentarsi?
Per imparare a smettere di lamentarci in primis è quella di assumerci in pieno le proprie responsabilità.
Ognuno di noi, ogni giorno, senza colpevolizzarsi, ma con piena consapevolezza, dovrebbe affermare al mondo che “io mi prendo la responsabilità di tutto ciò che mi accade”.
Questo significa, in concreto, che:
- Se sono infelice, io sono l’artefice della mia infelicità.
- Se c’è un problema che mi assilla, io ho la responsabilità di risolverlo.
- .Smettete di giudicare tutto. Non siamo i giudici di niente e di nessuno, dunque la cosa più sensata da fare è chiudere la bocca e adattarci alle circostanze. Prima di giudicare, inoltre, guardiamoci allo specchio: neanche noi siamo perfetti.
- Fomentiamo l’accettazione nella nostra vita. L’accettazione è un “balsamo” per raggiungere la pace interiore e la salute mentale. Se capiremo che ci sono svariate situazioni e persone sulle quali non abbiamo nessun potere, impareremo a non crearci aspettative fasulle e ad accettare tutto così come viene.
- Fermiamo i pensieri negativi. Le parole sono il prodotto dei nostri pensieri, di ciò che diciamo a noi stessi. Se sapremo combattere le idee negative ed irrazionali, sarà più difficile non cadere nel vittimismo. Le nostre lamentele e critiche non saranno più onnipresenti. Il segreto sta nel confrontare le nostre idee con la realtà: capiremo che, spesso, siamo proprio noi a generalizzare ed ingrandire le cose.
- Concentriamoci sull’aspetto positivo delle cose. Ogni circostanza ha un lato positivo, solo che non ci prestiamo attenzione e non riusciamo a vedere tutta la bellezza che ci circonda. Proviamo a fare uno sforzo e ad enumerare tutte le cose positive che abbiamo nella vita: ci renderemo conto che ci sono più cose piacevoli di quante credevamo. Guardiamo le cose che non ci piacciono da un altro punto di vista e vedremo che anche lì c’è qualcosa che luccica.
Mettiamo in pratica ogni giorno questi consigli e la nostra vita comincerà a cambiare..
Ricordiamoci che il cambiamento ha sempre inizio dentro di noi, non fuori.
Protestare contro il mondo non serve a niente, iniziamo ad amare la vita così com’è
Un ulteriore modo efficace per non lamentarsi è quello di allontanare i pensieri negativi, e sostituirli con ventate di ottimismo (della volontà).
Pensiamo a una difficoltà sul lavoro, a cose che non vanno come avevamo immaginato, e alla reazione istintiva. Di lamentarsi, appunto.
Facciamo il contrario: ricordiamoci che in questo momento il lavoro è quasi un lusso, e comunque una fortuna. E in ogni caso siamo sicuramente nella condizione di migliorare la nostra condizione.
Non cerchiamo solidarietà nel nostro lamento. Teniamo presente che lamentandoci spesso ci allontana dagli altri, ci mettiamo in una condizione di essere respinti.
Diventiamo perfino insopportabili.
Lamentarsi è sinonimo di grave miopia verso i problemi del prossimo, di ingratitudine verso la vita e una inutile perdita di tempo.
In questo status non siamo in grado di apprezzare l’aspetto positivo delle cose, restiamo a sprofondare nel nostro dolore.
Non riusciamo ad approfittare delle situazioni e, anche qualora la fortuna bussi alla nostra porta, non riusciremo a vedere e cogliere l’opportunità che ci viene offerta.
Noi tutti abbiamo i nostri problemi, ma non dovremmo andare in giro a sbatterli in faccia a tutti per vedere chi è il più sfortunato, in una gara tra vittime.
Una volta può farci piacere ascoltare la lamentela di un amico e gli offriremo il nostro aiuto, la seconda volta anche. Ma a partire dalla terza si inizia ad essere stanchi.
Pertanto, preferiamo evitare le persone che si lamentano di tutto come se fossero dei vampiri emozionali.
Come risultato, poi queste persone restano sole come conseguenza di un meccanismo che esse stesse hanno creato.
E quando gli altri ti lasciano da solo…allora si …avrai un motivo in più per lamentarti.
Così la prossima volta che pensarai di lamentarti, chieditii:
– Quale insicurezza o difficoltà nasconde questa lamentela?
– Ho dei validi motivi per lamentarmi?
– Quali aspetti positivi mi darà la lamentela?
Chi sceglie di assumere il ruolo di vittima scarica altrove il peso delle proprie responsabilità
Le lamentele sono il più grande nemico del cambiamento
il nostro ruolo è fondamentale e non dobbiamo mai dimenticare che sono le scelte che facciamo a determinare il nostro percorso.
Chi vive nel pessimismo non troverà mai una soluzione e neppure la cercherà.
Perché qualsiasi tipo di impresa è destinata a fallire, qualsiasi obiettivo sarà irraggiungibile, ogni cambiamento sarà in peggio e ogni tipo di innovazione si dimostrerà inutile
Lamentarsi non porta nessun beneficio, anzi. Apparentemente crediamo di liberarci in questo modo di quel che non va, in realtà non facciamo che confermarlo.
Nella stragrande maggioranza dei casi, puntiamo sempre il dito contro il prossimo, dimenticandoci che, mentre lo facciamo, tre dita sono puntate contro di noi.
La maggior parte di noi si lamenta praticamente di tutto ciò che non è come vorrebbe che fosse. Il governo, il meteo, il traffico, la casa, il lavoro, eccc ecc e chi più ne ha più ne metta.
L’incapacità di accettare le cose per quello che sono, si unisce alla testardaggine di voler per forza cambiare ciò che non dipende da noi o alla pigrizia del non voler agire per trasformare quello che è in nostro potere, creando così la miscela ideale per la lamentela perfetta.
Se non si fa nulla di concreto per porvi rimedio, se non si agisce, se non si cambia prospettiva e atteggiamento, se si resta fermi e immobili aspettando che le cose cambino da sole, non si va da nessuna parte.
Perché è deleterio piangersi sempre addosso?
Perché apparentemente è la soluzione più facile, più comoda e veloce
L’errore più comunemente commesso è proprio offrire quell’aiuto a chi potrebbe tranquillamente farcela da solo.
Più aiuti qualcuno che crede di non essere abbastanza abile, più alimenti la sua convinzione di essere incapace.
Più dai ascolto a chi si lamenta per niente, più questi continuerà a lamentarsi per tutto.
Oggi è largamente diffusa (e accettata) l’idea che si possa dire ciò che si pensa sempre e comunque.
Questa intangibile libertà personale si è trasformata in forma di libertinaggio, egocentrica e irrispettosa, che va’ a ledere quell’intimità che ciascuno di noi dovrebbe riservare solo ed esclusivamente a se stesso
Cambiamo quindi prospettiva…
Guardare la vita, le persone, le cose e gli eventi da diverse angolazioni, ci permette di avere un quadro più completo della realtà.
C’è sempre una via d’uscita, ma spesso non riusciamo a vederla perché siamo immersi personalmente e non abbiamo una percezione obiettiva della realtà.
Tendiamo sempre a soffermarci su ciò che non c’è, su ciò che non funziona, su ciò che manca, dimenticandoci di tutto il resto che va alla grande.
Spostiamo i riflettori su ciò che nella tua vita ci da’ gioia, qualunque cosa sia, e dimostriamo gratitudine per questo
Nessun problema al mondo è stato mai risolto semplicemente avanzando critiche e lamentele a riguardo.
Occorre agire, sporcarsi le mani, sudare per raggiungere risultati che cambiano la vita.
Cosa sei veramente disposto a fare (non solo a parole) per risolvere il problema che ti tormenta?
I pensieri e le parole sono energia e l’energia, si sa, o è positiva o è negativa.
Inoltre, quello che pensiamo e quello che diciamo, al pari delle azioni, plasmano la nostra realtà.
Quando ci lamentiamo, stiamo compiendo una scelta: quella di lagnarci. Chiediamoci quanto questa nostra scelta ci renda felici o infelici
Obiettare a qualcosa che non possiamo controllare provoca una momentanea sensazione di sollievo, ma in genere peggiora le cose, aumentando l’attenzione che dedichiamo a quel problema, il che lo rende ancora più invadente
L’insoddisfazione non deriva dalle situazioni stesse, ma dal modo in cui pensiamo di raggiungere la felicità
Oggi non abbiamo più scuse. Non possiamo trincerarci dietro un “non so come fare” o ” non ci posso fare nulla”.
Oggi, grazie anche alle nuove tecnologie, abbiamo accesso ad una infinità di informazioni. Possiamo entrare in contatto con le menti più illuminate, possiamo studiare, leggere, fare corsi, confrontare esperienze, unire le forze, scambiarci le idee.
Ma per molti di noi, è più comodo lamentarsi che agire. Per molti è più facile parlare di sfortuna o di problemi piuttosto che mettersi in discussione, rischiare ed impegnarsi seriamente.
Non è quello che accade o quello che ci circonda a determinare il nostro successo ma il modo con cui viviamo ogni istante.
Sono le nostre scelte, i nostri comportamenti, le nostre conoscenze, il nostro atteggiamento mentale a fare la differenza. Nel bene come nel male.
Lamentarsi è un modo per ottenere l’attenzione degli altri, per tenere i riflettori puntati su di sé
I lamentatori professionisti di solito si lamentano con chiunque li ascolti, ripetono sempre le stesse cose, e non tengono particolarmente in considerazione l’opinione dell’altra persona.
Lamentarsi fa male alle relazioni.
Molte delle nostre lamentele hanno una funzione comunicativa: lo facciamo per chiedere attenzione, per essere accontentati, per scaricare sugli altri le nostre frustrazioni.
Quando lamentarsi diventa un’abitudine, quando lo facciamo di continuo, stiamo anche logorando le nostre relazioni.
Stare ad ascoltare qualcuno che si lamenta richiede una certa dose di impegno e di energia: ci si sente investiti da malumore, tristezza, rabbia, disagio.
Se la cosa esce dall’occasionalità e diventa un’abitudine, allora la relazione per forza di cose si logora.
Chi si sente interpellato solo per ricevere lamentele, presto o tardi, in un modo o nell’altro, si stanca.
Smettere di lamentarsi richiede attenzione e consapevolezza. Chi è abituato a lamentarsi infatti lo fa senza senza riflettere, in modo automatico
Uno sfogo ogni tanto fa bene per alleggerire la carica emotiva, per cercare aiuto o conferme
Tutto ciò che accade nella nostra vita l’abbiamo attirato a noi, consapevolmente o meno, con i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre paure, le nostre parole, le nostre azioni, le nostre attitudini.
Il nostro ego spesso, boicotta tutti i tentativi dell’anima di evolvere,
Scoprire la verità sulla legge del karma, che è la legge di attrazione, significa prendersi in toto le responsabilità della propria vita.
Chi non è pronto a conoscersi, a vedere i propri difetti, preferisce ancora incolpare qualcuno di esterno a lui per i propri dispiaceri.
Prendiamo a quattro mani il coraggio di esaminarci e decidiamo di sbarazzarci di tutte le abitudini deleterie!
ACCETTIAMOCI per quello che siamo e per quello che abbiamo a disposizione!
Ricordati che il cambiamento ha sempre inizio dentro di NOI, non fuori. Protestare contro il mondo non serve a niente, inizia ad amare la vita così com’è!
E ricorda: non colpevolizzarti.
Avere sbagliato in passato e continuare a ripeterlo non aiuterà nessuno.
Esiste solo il presente, è questo l’unico momento su cui puoi intervenire.
Accogli allora le tue responsabilità, dai VALORE a ciò’ che hai ORA e sorridi e affrontale con positività, fiducia e ottimismo.
Diciamo a Noi stessi :
“Non mi devo lamentare perché so che il punto in cui mi trovo è il risultato delle mie scelte e delle mie azioni, di quelle che ho compiuto e di quelle che ho evitato.”
Concludo ora questa lunga riflessione con una citazione che dovremmo TUTTI mettere in bacheca:
“La brevita’ della Vita, tanto spesso lamentata, potrebbe forse essere quel che la Vita ha di meglio.”
cit. ARTHUR Schopenhauer
Complimenti per le profonde riflessioni e le attente analisi che condivido causate da situazioni purtroppo oggi molto diffuse perche’ tutto sta cambiando velocenente, sopratutto nel mercato del commercio, ed e’ diffficile capire come reagire per innovarsi.
Ritengo che anche per chi opera in Cartoleria una soluzione sia quella di mettere la testa fuori del negozio ed aprirsi alla collaborazione con altri colleghi perche’ nel mercato ormai globalizzato restare da solo significa essere emarginato e rischiare l’estinzione
La sinergia con i colleghi tramite il web fa scoprire nuove opportunita’ di lavoro e nuove strade da percorrere per uscire dal tunnel negativo e trovare nuove occasioni positive
Spero che presto si possano creare delle opportunita’ con i colleghi Cartolai per reagire in gruppo e diventare pensatori positivi
Luigi Del Marro
"Mi piace""Mi piace"